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Abbiamo permesso loro di tenerla in braccio, nonostante i circuiti del respiratore, e la bambina è cosi potuta partire circondata dall’amore dei suoi e non solo dal rumore dei monitor. Dopo la sua morte, abbiamo eseguito gli accertamenti di rito e tolto tubi e cateteri e quindi chiesto ai genitori se volevano rientrare per rivederla “ricomposta”: loro sono stati felici di poterla rivedere così e si sono fermati con noi un’altra ora. In questo tempo, mi accorgevo di come fosse per loro importante che io fossi lì presente, anche se non avevo parole da dire.
Chiaramente, il lavoro di routine del reparto è stato in parte interrotto durante questi momenti, ma poi tutta l’equipe si è detta contenta di aver accompagnato Elena in questo modo, anziché fare “finta di niente” come a volte può essere che accada per non essere troppo coinvolti da questi eventi.