DOTT.SSA NOVELLA RUSSO: La fruibilità di un processo educativo continuativo nel tempo che porti medici e paramedici non solo al mantenimento delle proprie competenze ma anche all’aggiornamento ed alla acquisizione di nuove abilità e conoscenze è alla base del miglioramento dell’assistenza sanitaria in tutti i paesi. Seguendo questo obiettivo il progetto si è ulteriormente articolato in un impegno formativo a distanza attraverso la telemedicina, sostenuto da due ginecologi italiani, la sottoscritta e il Dott. Daniele Agostinelli da Bari che dal 2010 dopo aver trascorso un periodo presso l’ospedale di Fontem, hanno proseguito le lezioni di aggiornamento a distanza dall’Italia collegandosi periodicamente via satellite con i medici e gli infermieri.
Il reparto Maternità è affidato alle ostetriche locali, giovani e volenterose ma talora inesperte nella gestione di alcune situazioni difficili. Le ostetriche seguono le donne in gravidanza, nel travaglio di parto fisiologico e nel puerperio. Nell’evenienza di un intervento di taglio cesareo interviene un chirurgo.
Esiste poi una zona d’ombra, dove non si sa più di chi siano le competenze, che è quella che riguarda il travaglio di parto complicato, la gestione del parto nelle gravidanze oltre il termine, le urgenze in ostetricia e tutte le patologie connesse alla gravidanza.
E’ questo buco nelle competenze che a Fontem preoccupa le ostetriche e che necessita di chiarificazione per il bene delle pazienti e la serenità psicologica delle ostetriche ma anche dei medici che talvolta si trovano nel dubbio se dover dare credito a ciò che viene loro proposto dal personale paramedico come unica soluzione possibile.
I due ginecologi italiani sono arrivati pronti a lavorare a pieno ritmo in sala parto e in sala operatoria, ma ignari di quello che invece occorreva in modo assai più urgente al personale della Maternità. Così, già dal secondo giorno, nell’ambito di una riunione organizzativa, è emersa la richiesta di approntare una serie di lezioni chiarificatrici sui problemi che più frequentemente si imponevano e di impiegare una parte del nostro tempo nelle attività di didattica.
Durante il nostro soggiorno in Camerun sono stati svolti 6 incontri pomeridiani bisettimanali di circa 2 ore ciascuno, con proiezione di diapositive e fornitura di materiale didattico debitamente approntato per le ostetriche ed un incontro riassuntivo finale con i medici. Si è così suddiviso l’ impegno tra attività ambulatoriali e di reparto con applicazioni pratiche al mattino, e attività di didattica tramite proiezioni di diapositive e lezioni interattive nel pomeriggio, combinate con i turni di sala operatoria e dalle urgenze ostetriche.
I medici inoltre avevano esternato la loro preoccupazione per l’eccessivo incremento numerico degli interventi di taglio cesareo, che si attestava attorno al 20% dei parti, e il loro desiderio di ridurre la quota dei parti operativi, questo sia per un fattore culturale (le donne infatti desiderano avere numerosi figli) che economico (in più del 50% dei casi le pazienti non sono in grado di saldare il debito con l’ospedale).
Si è percepita poi la necessità di sensibilizzare la popolazione locale a sottoporsi a controlli ostetrici regolari ed immediati in gravidanza iniziale con un’ecografia entro il primo trimestre di gravidanza per permettere una datazione meno approssimativa della gravidanza e del momento del parto. Così è nata l’idea di produrre un manifesto da affiggere nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale che proponesse tali accertamenti come normali e necessari.
Il manifesto è poi divenuto anche il logo dell’Antenatal Care Unit ed è stato riportato in piccolo sul materiale cartaceo consegnato al personale infermieristico per istruire le utenti dell’ambulatorio.
L’ impegno dei due medici in quel periodo ha sortito con successo l’obiettivo prefisso: tutti parti avvenuti nel periodo della loro permanenza sono stati per via vaginale e che a questi si aggiungevano solo i 2 interventi di taglio cesareo ripetuto, precedentemente programmati, che avevano comunque presentato un buon decorso postoperatorio. (tabella 1 : cfr. n parti 2010 vs 2012).
Al mio rientro da Fontem, sono stata intervistata nell’ambito di un programma in cui si parlava di Fontem ed ho potuto parlare della mia personale esperienza, dicendo che:
“……… tutto avevo immaginato, tranne che mi venisse richiesto di fare della didattica, con tanto di diapositive in inglese ed incontri pomeridiani a tema. Tutto pensavo, fuorché di trovarmi di fronte ad un gruppetto di infermiere ed ostetriche attente e volenterose, pronte a prendere appunti, a riflettere su quanto veniva loro trasmesso, a fare domande chiarificatrici e ad affrontare un dibattito sulle questioni più spinose.
La mia sorpresa iniziale è stata grande, perché mi sembrava quasi un assurdo essere giunta fin laggiù per trascorrere pomeriggi e serate intere intenta a preparare slides di supporto alle lezioni teoriche su argomenti di ostetricia. Ma che bisogno c’era di arrivare fino a Fontem per poi mettersi a preparare diapositive come se invece si fosse in Italia o in un qualsiasi altro posto del mondo civilizzato? Non avrebbero potuto chiedermi di inviare loro un cd rom già confezionato, magari preparato a regola d’arte da qualche esperto del settore?
Ed invece, col trascorrere dei giorni, ho capito che loro mi stavano dando una grande opportunità! Sì, erano loro a darla a me, e non viceversa!
E l’opportunità che mi è stata offerta è stata quella di comprendere come la nostra più grande ricchezza, oltre al tempo che dedichiamo alle altre persone, è data dalla cultura, dalla cultura condivisa.
Eh sì ! Perché una cultura non condivisa, è una cultura sterile, e muore con il suo detentore. Mentre, la possibilità di mettere a parte del proprio sapere anche altre persone desiderose di conoscere fa sì che questa ricchezza porti molti frutti, moltiplicati per tutte le persone che hanno potuto accedervi e che a loro volta hanno la possibilità di condividerla con altri ancora.
Così, col susseguirsi delle lezioni, tra noi medici , le infermiere e le ostetriche si era venuta a creare un’unità d’intenti : lavorare insieme per il bene comune di tutte le nostre pazienti , presenti e future. Questo affiatamento ci ha spinto a lavorare sempre meglio e di più, ad avere una maggior fiducia reciproca, ad apprezzare l’importanza del lavoro di equipe.
Ma non solo, ha portato alla richiesta dal personale della Maternity Clinic di continuare con l’aggiornamento, ed alla nostra percezione dell’importanza del proseguire nel tempo con le lezioni.. In questo modo ci è sembrato di continuare ad essere presenti con loro in Cameroon!
Allora ho capito che tutto si racchiude in un atto d’Amore dove però, essendo questo circolare , non si discrimina più chi dà e chi riceve……”.
L’esperienza, a distanza di tre anni, continua. Le lezioni sono proseguite fino a settembre scorso. Per il 2014 è in programma un ciclo di lezioni-aggiornamento per i medici che lavorano in loco e le spese relative all’uso del collegamento internet saranno interamente coperte da una donazione offertami da colleghi che sono venuti a conoscenza del progetto.
Laura Bazzini, Novella Russo, Daniele Agostinelli, Piero Taiti
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