Vita professionale e familiare
Alcuni anni fa i miei suoceri si sono ammalati gravemente uno dopo l’altro; prima Palmira: emorragia cerebrale, poi Giovanni Parkinson-Demenza.
Dopo un po’ di tempo entrambi erano non autosufficienti e allettati.
Con mia moglie ci siamo chiesti cosa era meglio fare… la soluzione più logica era quella di inserirli in una residenza per anziani… ma sono emerse tante perplessità…
Per mia moglie c’era l’amore di figlia, ma io?
Io medico-geriatra che facevo spesso convegni e corsi di formazione sull’”accompagnamento” mi sentivo non coerente: la vera cultura nasce da un atto unitario tra pensiero e vita, ragionamento e prassi quotidiana; tanto più noi operatori sanitari dovremmo sempre riuscire a trasmettere “noi stessi” (i nostri valori, quello in cui crediamo…) insieme alla prestazione o all’informazione.
Così alla fine abbiamo deciso di assisterli a casa con l’aiuto di una badante.
E’ stata una scelta impegnativa (e non è detto che debba essere questa la regola per altre famiglie…) e soprattutto che è durata per molti anni e si è intrecciata intimamente con la nostra storia familiare (perché nel frattempo sono nati i nostri tre figli…).
Ora i suoceri non ci sono più, ma se ripenso a quel periodo rimane una profonda consapevolezza: la loro fragilità e necessità assistenziale ha stimolato noi “sani” (e non solo noi adulti ma anche i nostri bambini-era commovente vedere il rapporto tra loro fatto di sguardi, di tenerezze, di piccoli gesti -come quando asciugavano con il fazzoletto la saliva sulle loro labbra- ), a dare il giusto peso agli inevitabili affanni di ogni giorno e a riscoprire di più il valore della solidarietà e della fraternità tra le persone (e tra generazioni).
Alberto Marsilio
RSA Stra, ASL 13, Mirano-Dolo, Venezia
- << Prec
- Succ