Il notevole sviluppo della tecnologia ha permesso anche nel campo della medicina di varcare soglie impensabili nelle tecniche diagnostiche e terapeutiche. Nonostante ciò, l’insoddisfazione dei pazienti nei confronti soprattutto del rapporto col medico è aumentata, mettendo in forte evidenza i punti deboli del metodo “biomedico” classico, che dà più spazio, tra l’altro, allo studio del disturbo in sé, prescindendo dalla persona che ne è affetta.
L’articolo vuole passare in rassegna alcuni aspetti della suddetta crisi e presentare un approccio “olistico”, globale, al paziente ed al suo modo specifico di vivere un determinato disturbo; modo che è influenzato non solo da fattori legati all’individuo con le sue caratteristiche fisiche, psichiche e spirituali, ma anche all’influenza socio-culturale del contesto in cui vive. Questo approccio apre le porte ad un metodo clinico che, pur essendo completamente incentrato sul paziente, rimette nella giusta luce anche il medico come persona.