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salute

Dall’Università Bicocca di Milano arriva il progetto Nonni connessi, una serie di video tutorial pensati per gli anziani con l’idea di insegnare loro l'utilizzo di App che permettono di rimanere in contatto con parenti e amici 

Isolamento forzato e solitudine, a risentirne maggiormente sono gli anziani, i più colpiti dalla pandemia e quindi i più a rischio contagio. La soluzione è rimanere a casa il più possibile, evitare contatti con figli e nipoti. Così, tra i balconi si vedono nonni e nipotini tirarsi baci da lontano, negli ospedali i pazienti ricoverati rimangono in contatto con i familiari tramite tablet, ma anche i social stanno avendo un ruolo fondamentale per continuare a far parte della vita degli altri. Ora che figli e nipoti non possono mettersi al fianco dei genitori anziani per aiutarli ad usare Internet, un aiuto arriva dall’Università Bicocca di Milano con il progetto: “Nonni connessi”.

I ricercatori che lavorano al progetto Aging in a Networked Society. Older People, Social Network and Wellbeing, in collaborazione con Doro, hanno realizzato una serie di video tutorial pensati proprio per gli anziani con l’idea di insegnare loro l’utilizzo di App che permettono di rimanere in contatto con parenti e amici:

Come registrare un numero di emergenza sul cellulare?

Come fare una video chiamata e inviare un messaggio vocale?

Come creare una chat di gruppo e condividere i contenuti?

Come cercare video su youtube e condividerli con gli amici?

Nonni e la tecnologia

Il percorso è molto semplice, basta accedere al canale youtube e seguire le mini lezioni online. Si tratta di tutorial estremamente semplici, come registrare il numero del medico, di un familiare o un numero di emergenza in modo da poterlo contattare velocemente; chiamare amici e parenti attraverso una videochiamata così da ridurre il senso di isolamento, contrastare la noia o l’ansia; riuscire a rispondere, aprire file multimediali e condividere contenuti in una chat di gruppo.

Un modo per avvicinare anche i più restii al mondo virtuale.

 

Nonostante la lenta riapertura prevista per inizio maggio, gli esperti concordano nel sottolineare l’importanza del distanziamento sociale nei prossimi mesi, per evitare di far rialzare la curva dei contagi.

App e dispositivi, continueranno per questo a far parte della nostra quotidianità ancora per un lungo periodo.

 

Il governo stesso sta mettendo a punto una tra le App più discusse in questi giorni: “Immuni”, l’applicazione scelta dal ministero dell’Innovazione per gestire la fase 2 e tracciare il contagio da covid-19. L’App si potrà scaricare gratuitamente dall’App Store di Apple e da Google Play per Android. Tramite la tecnologia bluetooth, una volta installata l’App, ad essere rilevata non sarà la posizione dell’utente, ma i cellulari nelle vicinanze che hanno installato “Immuni”. In questo modo, l’applicazione registrerà chi abbiamo incontrato e se dovessimo scoprire di essere positivi al coronavirus, una notifica avvertirà, in maniera anonima, gli utenti con cui siamo venuti a contatto.

C’è inoltre la possibilità di compilare autonomamente un “diario clinico” in cui inserire i sintomi legati al Covid-19. Le critiche maggiori riguardano la privacy, il diritto alla riservatezza e il diritto alla salute.

Tracciando i contagi si viene infatti a conoscenza delle condizioni di salute di una persona, un dato sensibile che deve essere tutelato. Da chi saranno gestiti i dati raccolti? Per ora il ministero ha dichiarato che i dati trattati saranno anonimi in modo da impedire l’identificazione delle persone.

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