L’ascolto
Ma per farsi uno, occorre anche esercitare la capacità di ascolto, una capacità che va oltre il semplice udire. Ascoltare significa cercare di percepire non solo le parole, ma anche i pensieri, lo stato d'animo, il significato personale e più nascosto del messaggio che ci viene trasmesso. Richiede di staccarsi dai propri interessi, dai propri schemi di pensiero e di vita, per introdursi gradatamente e con rispetto nel mondo dell'altro.
Il terreno fertile su cui può crescere una buona capacità di ascolto è un atteggiamento che spesso ci riesce difficile mettere in atto, anche se rappresenta una condizione indispensabile: si tratta della sospensione del giudizio, cioè astenersi da valutazioni di approvazione o disapprovazione, da affrettate conclusioni. Significa quindi l’accettazione incondizionata dell’altro.
Oltre al silenzio di chi ascolta, deve esserci spazio anche per il silenzio del paziente. A volte, col suo silenzio, vuole dirci che ha bisogno di riflettere, o che si sente bloccato per qualcosa che ha colto in noi o nell'ambiente, in altri momenti forse ci rivolge l'invito a dargli un aiuto, a fargli una domanda.
Così una tale relazione, che non è solo uno scambio di parole e di emozioni, ma è sostanziata di ascolto profondo per accogliere l’altro, costituirà per entrambi - operatore e paziente - una nuova e preziosa esperienza di vita.