La relazione va intesa come interazione, inter-azione, ossia azione reciproca. La reciprocità è elemento indispensabile della relazione.
Il fenomeno sociale non è una emanazione di un soggetto e neppure di un sistema astratto più o meno posto a priori. Il sociale è il relazionale in quanto tale, ossia l’azione reciproca in quanto inter-azione che produce, si incorpora e si manifesta in qualcosa che, pur non visibile, ha una sua “solidità” [4].
I due soggetti che compongono la relazione reciproca danno vita a una “realtà nuova” che li contiene ma li supera e che ha vita propria al di là degli elementi da cui deriva.
Nel linguaggio della sociologia si sta parlando di una realtà che trascende l’io e il tu per diventare un “noi” che si esprime nella relazione reciproca.
Mounier azzarda a dire: “Una comunità è una Persona nuova che unisce diverse persone, legandole nell’intimo.”
Ogni relazione autentica è anche relazione con questa Persona nuova:
“Due esseri che si amano attraverso queste profondità arrivano veramente a formare con le loro due persone una persona nuova. E quando le persone sono molte, quando sono centomila non si ha vera comunità se non raggiungendo una fusione simile a quella che lega due persone. Una comunità è una Persona nuova” [5].
Siamo arrivati ad un punto in cui non è più possibile non fare riferimento alla fonte evangelica dove il Signore Gesù propone ai suoi discepoli una sorta di reciprocità nell’amore che conduce dritto dritto ad una realtà nuova: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34) .
Questo collegamento non ha il significato di inserire nel nostro discorso un banale “vogliamoci bene” ma di individuare nell’amore l’essenza stessa dell’essere e dunque delle sue relazioni. Scoperta e stupore che diventano sempre più rare. Per questo mi piace qui sottolineare le parole con cui Pitirim Sorokin, il grande sociologo russo, inizia l’opera della sua maturità, “The Ways and Power of Love”, tradotto in italiano da Città Nuova con il titolo “Il potere dell’amore”:
“Qualunque cosa possa accadere in futuro so di aver imparato tre cose che rimarranno per sempre ferme convinzioni del mio cuore e della mia mente. La vita, anche la vita più dura, è il bene più prezioso, bello, meraviglioso e miracoloso del mondo. Il compimento del proprio dovere è un’altra cosa stupenda che rende felice la vita e questa è la mia seconda convinzione. La terza è che la crudeltà, l’odio, la violenza e l’ingiustizia non possono mai, e mai potranno portare ad una rinascita psicologica, morale o materiale. L’unica via per raggiungerla è la nobile via dell’amore creativo e generoso, non solo predicato ma anche coerentemente vissuto” [6].
In altre parole, l’amore ci permette di scoprire l’altro che la reciprocità esige, con sentimenti e volontà di simpatia, di armonia, di sintonia, di accordo, di favore, di amicizia.
E’ ben vero che non ogni relazione può o deve arrivare a queste profondità. Forse neanche lo richiedono. Ma nulla ci impedisce di puntare a traguardi positivi.