Rallentare l’andatura per accompagnare un anziano e scoprire la ricchezza dell’umanità che ci circonda.
A messa incontravo spesso un signore anziano e all’uscita si faceva un pezzo di strada assieme. Era lento, con un passo pesante e ansimava. Per stare al suo passo dovevo rallentare. Mi pesava rallentare, mi pesava stare al suo passo. Mi pareva che mi facesse perdere tempo e mi togliesse altre opportunità.
Così qualche volta ho cercato di evitarlo, ma non ero in pace. Dentro una voce: “Dove devi correre? A fare che cosa? Non sai che sono Io in quell’anziano e che ho bisogno della tua compagnia? Vuoi o non vuoi amarmi?”.
Ho “ceduto”. Ho accettato di “rallentare” per stare con Gesù che mi aspettava ogni mattina in quel povero. Da quel momento ho avuto il centuplo di apprezzare la bellezza del dialogo con una persona ormai al tramonto della vita, ricca di interessi e di umanità e sento il dono di poter “consolare” la sua solitudine e aiutarlo a puntare alle cose di lassù. Ho scoperto così che Gesù in quel prossimo è anche il mio ‘riposo’.