SHALL WE SPECULATE ABOUT A SUSTAINABLE DE-GROWTH IN MEDICINE? La Medicina è un’arte, così come l’intendeva Ippocrate, un saper fare per esperienza diretta e che si avvale di tecniche per meglio operare, oppure è una scienza che corrisponde alle attese suscitate dalla propria capacità operativa?
La prima mette al centro del suo interesse un individuo per quello che è e gli fornisce un aiuto correlato alle sue risorse,tiene l’uomo al centro del suo interesse e riconosce che la salute è cosa diversa dall’ottenimento della guarigione.
Altra cosa se riteniamo la medicina una scienza, sottoposta alle regole del metodo scientifico, che contempla la prevedibilità e la ripetibilità di un evento. Per restituire al malato, al medico e alla medicina il loro più intimo ed essenziale significato si dovrà riflettere sulla opportunità di accettare una Medicina Condivisa, una Salute Compatibile, una Malattia Sostenibile e Solidale.
Medicina Condivisa: chi esercita la medicina non opera su un oggetto che può assumere le forme volute in base alla propria capacità tecnica ma con un soggetto che, dotato di personalità propria e di un corredo di sentimenti, emozioni, aspettative, conoscenze, determina prioritariamente l’evoluzione e il raggiungimento degli obiettivi pronosticati. Formulata una diagnosi, quando possibile, dovrebbero essere proposte più scelte terapeutiche spiegando per ognuna i limiti, i vantaggi e gli svantaggi,con la finalità di dare al malato la capacità di comprendere chiaramente la realtà della sua malattia, o non malattia, ed essere artefice di una scelta terapeutica condivisa.
Salute compatibile:paradossalmente, la salute, il cui senso primo è l’assenza di malattia, può e deve coesistere con la malattia, almeno nella misura in cui questa non impedisce la tendenza
verso l’armonia fisica, psichica e sociale; ed in quest’ottica, va misurata e contestualizzata ai vari stadi della vita di un uomo; si dissolve perciò il concetto di specificità delle malattie.
Da qui si sviluppa il concetto di Malattia sostenibile intesa come accettazione di una logica imperfetta nella quale stati di salute anche non soddisfacenti possano comunque essere un modus vivendi all’interno del quale ognuno di noi possa ristabilire un’armonia personale, in sintonia con il contesto che ci circonda. Nell’introiezione di questo concetto ogni malattia deve essere ricondotta nell’alveo di una accettazione del proprio essere capace di coglier il “qui ed ora” avendo la piena cognizione della situazione in cui è nel momento presente.
Andrea Meneghini
Consigliere Nazionale CTG (Centro Turistico Giovanile).
Medico Chirurgo, Specialista in Ortopedia, Traumatologia e Fisiatria.
Advanced Technology in Rehabilitation Lab. Rehabilitation Unit. Azienda Ospedaliera Università di Padova.